mercoledì 9 dicembre 2015

recensione di Silvia Pattarini de "Il sole scuro"

Il SOLE SCURO
di Irene Barbagallo

0111 Edizioni, febbraio 2015
ISBN:
9788863078664
Lingua:
Italiano


cartaceo : 12,32 € 
ebook : 2,49 € 

SINOSSI:
È possibile crescere attraverso il dolore? Ci si può riappacificare con se stessi dopo essersi fatti carico di una tragedia che ha sconvolto la propria famiglia? Giada non lo sa, ma è ciò che le chiede la sua parte più profonda senza che lei, una ragazza che sta per diventare maggiorenne, nemmeno se ne renda conto. "Il sole scuro" racconta la sua storia, la storia di un’adolescente che si trova a fare i conti con un passato doloroso che ha cambiato lei e sua madre, i loro rapporti, la quotidianità. Fino a quando alcuni eventi inaspettati la accompagneranno verso una nuova visione della vita. Un romanzo sull’imprevedibilità dell’esistenza umana, a volte tiranna, più spesso portatrice di opportunità da cogliere. E, soprattutto, una storia sul valore del perdono, anche verso se stessi, sui sentimenti autentici e sulla speranza.


RECENSIONE
Un romanzo ambientato nella Torino dei giorni nostri, narra la storia di Giada, un’adolescente che si porta dentro un grande peso: si sente responsabile della morte del padre.
Il difficile rapporto con la madre che la trascura e la fa sentire colpevole della prematura morte del marito, le provoca un immenso dolore, un disagio che la conduce all’autolesionismo, alla perdita della fiducia in se stessa e culmina con la frequentazione di un ragazzo che si rivelerà cocainomane e violento. Lei crede di non meritare l’amore, quello vero, puro, finché nel burrascoso tormento della vita, incrocia Gerino, un ragazzo che poco alla volta le offrirà un’alternativa al suo sole oscuro.

Sono le undici e Giada vuole andarsene. L’acqua porta via il sangue fresco dalla stoffa, quel buttarsi nella vita che temeva e desiderava. Dovrebbe sentirsi grande, donna, invece ha solo paura. Paura che la vita sia proprio così. Una libertà che diventa una gabbia di cose che bisogna fare senza davvero volerle, altrimenti non si cresce, non si diventa adulti, si avanza sul filo dei sogni, senza scopo, inutilmente, come un funambolo su una corda alta, che guarda in basso e vede gente che corre per prendere il tram, mamme già sfinite che tirano i bambini per non fare tardi all’asilo, uomini in giacca e cravatta con la ventiquattr’ore sotto il braccio che pensano agli affari da concludere in fretta per fare soldi, arricchirsi, adattarsi perfettamente in un mondo che richiede efficienza e savoir-faire. 

L’acqua che purifica, cancella il sudicio, i rimorsi. 

L’acqua che uccide.
 Con lui scoprirà che esiste uno spiraglio di luce, un’alternativa a tutta quella sofferenza, una luce positiva, una speranza, la possibilità di credere nei propri sogni, la voglia di riscatto.
La lettura si è rivelata piacevole e scorrevole, nonostante l’argomento impegnativo.
Il lettore percepisce il dolore, il disagio, il senso di inadeguatezza della protagonista, il peso che da anni si porta dentro e che le dilania l’anima. Il finale non voglio svelarlo, ma mi sento di consigliare la lettura a quelle persone che si sentono insicure, che hanno poca autostima di sé,  magari ancora giovani ma con la convinzione di essere già adulti.





Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.

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